Danze Sacre di Gurdjieff – La danza della consapevolezza
Abbiamo incontrato Shurta, che da diversi anni conduce seminari di Danze Sacre in Italia, per parlarci del lavoro di Gurdjieff e dei suoi misteriosi e antichissimi Movimenti
Che cosa ti ha affascinato del lavoro con le Danze Sacre di Gurdjieff?
La possibilità che le danze e i movimenti offrono di acquistare maggiore consapevolezza della mente, del corpo e delle emozioni, liberandoci dagli automatismi inconsapevoli che sono d’intralcio nel vissuto quotidiano. Quando si incomincia, ciò che colpisce di più è una sensazione simultanea di costrizione e libertà. Si tratta di un nuovo alfabeto che corrisponde ad un linguaggio altrettanto nuovo, un modo diretto di sperimentare che consente al corpo di sentire la propria meccanicità e che, allo stesso tempo, lo prepara a ricevere correnti di energia inaccessibili fino ad allora e questo può aiutarci a liberarci dai nostri automatismi, rivelando nel contempo l’aspetto “essenziale” della nostra natura.
Dimmi qualcosa di più dei Movimenti e delle Danze Sacre…
I movimenti si indirizzano all’insieme del nostro essere attraverso molti mezzi differenti. Ciò spiega la loro sorprendente diversità. Ogni movimento va a sviluppare e a metterci in contatto con qualità diverse quali, ad esempio: la volontà, il silenzio, il rapporto tra il femminile ed il sacro, l’energia maschile etc. E’ un lavoro che tocca l’equilibrio e l’unità dell’essere, si impara a rimanere completamente rilassati nel corpo e nel contempo attenti e vigili nella testa. Così, raggiungendo un’armonizzazione delle energie yin e yang, queste danze suggestive e silenziose permettono l’incontro tra la parte maschile e la parte femminile, tra l’emisfero destro e quello sinistro del cervello. Attraverso una sequenza armonica di movimenti, le danze sacre ci aiutano a rintracciare il centro interiore, la sede della potenzialità del nostro essere. Imparando ad allentare le tensioni e a lasciare andare si diviene realmente liberi di agire.
Qual è il modo migliore per apprendere i Movimenti ?
E’ importante far parte del lavoro di una “scuola”, divenire un allievo fra gli altri, un semplice numero della fila, ma con lo straordinario sostegno di una ricerca comune. Così, mentre si seguono meticolosamente le istruzioni dell’insegnante, ciascun partecipante diventa responsabile per sé stesso e per l’ambiente in cui si muove.
Che ruolo ha la musica nelle danze?
La musica gioca un ruolo fondamentale nell’esperienza. Le musiche sono state tutte appositamente composte da Gurdjieff che, non essendo un musicista, ne canticchiava la melodia a Thomas De Hartmann, grande musicista dell’epoca, che ne curava la scrittura e l’esecuzione. Ad ogni musica corrisponde una danza; essa ha infatti una relazione intima con il significato interiore dei movimenti e dà sostegno al loro ritmo e alla loro espressione e diviene parte di un’alchimia generale.
Come sei arrivata all’insegnamento dei Movimenti?
Ho studiato e praticato per diversi anni danza moderna e dance-terapy, oltre ad occuparmi di terapia del respiro, gestalt e astrologia.
Nel 1991 in India a Poona nell’Ashram di Osho, ho incontrato le danze sacre e me ne sono letteralmente innamorata. Da allora mi dedico al loro studio, alla loro pratica e al loro insegnamento. Per me rappresentano un percorso di crescita molto potente che non avrà mai fine.
Informazioni sul lavoro di Shurta su: www.movimentidanzesacre.it
Chi era George Gurdjieff
Gurdjieff era un mistico armeno vissuto nel secolo scorso. All’inizio del ‘900 riscopre queste misteriose ed antiche danze orientali che fino ad allora venivano tramandate segretamente a maestro a discepolo. Ne rimane subito affascinato, le studia, le rielabora, le comincia ad insegnare e dà inizio ad una lunga tradizione di trasmissione delle danze che le ha portate fino ai giorni nostri. Si tratta di una serie di Movimenti che ci aiutano a riscoprire la presenza dell’essere attraverso il riequilibrio del corpo e la messa in ordine delle sue funzioni. Potremmo definire le danze come il primo passo verso una consapevolezza di se stessi nel cuore della vita quotidiana.