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Riflessioni civili e incivili di un babbuino sull’eutanasia
apsrenudo 22 - La Vita Oltre, extra 0
di César
Premessa per il lettore
Egregio lettore
Ti sottopongo questa strana lettera, scritta da un mio amico, una scimmia babbuino. Non ti deve apparire né strano né improbabile, né inaccettabile alla logica, né farti scuotere la testa con disprezzo. La ragione, che conserva il vizio di discernere il bene dal male, latita di fronte agli eventi importanti della vita. César, il mio amico babbuino, conserva, all’opposto, lo stupore della verità. Un bene prezioso. Egli è mezzo uomo; è meticcio. Deve, infatti, la sua nascita a una donna della Malacca e a un babbuino. Stavano per annegarlo, quando fu salvato da un tizio, un francese, che dalla Cina venne a impiantare un suo commercio nella penisola di Singapore. Fu allevato e ricevette un’educazione consona. Mi lega a lui una profonda amicizia e vi narrerà la storia di un pregiudizio. Legato da mille minuzie incomprensibili. A tutte le loro abitudini, in virtù delle quali si fanno quotidianamente più mali di quanti potrebbero causarne tutti gli abusi che vorrebbero prevenire, gli uomini, infatti, hanno aggiunto i pregiudizi. Come quello che condanna il libero arbitrio e la scelta della fine dei giochi. Gli uomini hanno da sempre mode e usi e modi, maniere e toni, un’aria, una gentilezza, riguardi e doveri. Nulla si può violare di tutto questo senza subire una pena; più queste mode sono futili, più sono indispensabili.
La morte di un maestro tibetano in Italia
apsrenudo 22 - La Vita Oltre, extra 0
L’esperienza diretta di Silvia Bianchi psicologa per l’Associazione Nazionale Tumori e psicoterapeuta di psicologia buddhista ed occidentale
di Silvia Bianchi
La morte di un Maestro Tibetano in Italia, del mio Maestro, dell’unica persona che conosco( è ancora in me anche se è morto qualche anno fà) che “è” ciò che insegna : amore,compassione, sforzo entusiastico, saggezza, vera empatia, gioia, costanza, lealtà, pazienza, concentrazione,umiltà,…non c’è una qualità di cui si parli nei testi antichi e moderni di Buddismo che lui non incarni. L’unica persona che con il passare degli anni e della conoscenza, mi sono accorta strada facendo, era molto di più di ciò che potevo riconoscere io all’inizio, anche solo immaginare, conosceva e riconosceva me e molto più a fondo di quanto io stessa possa anche solo intuire di me. Questa persona così eccezionale nell’essere veramente umana, un giorno, come tutti gli esseri umani, ha lasciato il corpo( è morto). Il suo corpo è stato bruciato davanti ai nostri occhi nel giardino dell’Istituto Lama Tzong Kapa dove aveva vissuto e insegnato per più di 25 anni, ed è rimasta cenere, al suo posto, e qualche osso che qualcuno di noi con guanti bianchi e mascherina ha tolto dal fondo del forno dove è stata cremato, qualche reliquia, e l’esperienza individuale che ognuno di noi ha fatto di lui. I suoi insegnamenti, la sua testimonianza.
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