LA PORTA SUBLIME di Shakti Caterina Maggi
Aprire il cuore sembra chiedere una fiducia nell’amore, quando in realtà si tratta di non tradire se stessi e la verità di ciò che siamo profondamente.
Quando chiudi il tuo cuore per paura di sentire dolore, per paura di essere di nuovo ferito, per nascondere quella meravigliosa apertura che la mente chiama vulnerabilità, vivi una vita di estrema sofferenza e separazione. Il vivere dalla paura non ti è naturale, perché l’idea di essere separati gli uni dagli altri non corrisponde in realtà al naturale sentire dell’essere umano.
Ogni essere umano nasce immerso in una coscienza unificata di cui però non è consapevole.
La coscienza stessa, attraverso la forma del bambino, viene immersa in un campo di vibrazioni che esprimono la sofferenza della separazione e per il troppo dolore finisce per costruire una barriera egoica fatta di strategie e credenze che permettono temporaneamente a quel dolore di non essere sentito. A un certo punto della nostra vita, nel nostro percorso, quella sofferenza diventa troppo intensa e cominciamo cercare una risposta a quel dolore. Ecco che cominciamo un’indagine dapprima psicologica, nella mente, e poi se la nostra sincerità è sufficiente, un’indagine più profonda che può condurre a toccare la radice e l’illusione di quel senso di separazione. Il silenzio che sta dietro quel dolore e quella sofferenza di separazione è il vero cuore e da lì possiamo ascoltare quella vibrazione di sofferenza che non appartiene solo alla nostra apparente storia individuale, ma alla sofferenza dell’intero genere umano.