15. Ricerca spirituale o condizionamento religioso?
Tutta la pubblicistica, anche la più “aperta”, tende a rappresentare il fenomeno religioso come espressione di chiese, ufficiali o meno. Parimenti, il bisogno di realizzazione di ogni essere umano, o almeno il malessere esistenziale che ci pervade, è riconosciuto come dato emergente dei nostri tempi. E così nei media sempre di più si propongono vecchie e nuove religioni, a fronte del bisogno dell’essere umano di ritrovare se stesso. Re Nudo intende rappresentare “altro”. E cioè non un’ altra religione che vuole dare una propria risposta alla domanda di verità.
Re Nudo intende dare voce a tutti coloro che dentro o fuori esperienze di appartenenza, si riconoscono in quella tensione alla ricerca di se stessi che può esprimersi in mille sentieri, anche all’interno delle religioni (i mistici di ogni tempo e cultura lo dimostrano) ma a cui certamente nessuna religione piccola o grande può dare risposte. Perché? Perché la ricerca per noi si coniuga con quei principi di libertà e responsabilità, di supremo valore della sperimentazione e della ricerca al di là dei dogmi e dei sentieri tracciati nei libri sacri. E attenzione: non c’è differenza tra le grandi religioni di massa e le piccole religioni elitarie, quando i modelli culturali sono simili e non ne cambia la qualità l’avere 600 milioni o poche centinaia di fedeli.
Qualunque confessione religiosa che diffonda modelli di comportamento da seguire, dogmi in cui credere, libri sacri da studiare, come se quella fosse la via per avere Risposte alle Domande basilari della vita, è altro da noi. L’accento che su Re Nudo vogliamo porre è sui bisogni che muovono le Domande, consapevoli che le Risposte non esistono. E quindi il fuoco che ci anima è sulla ricerca, sulla sperimentazione, sull’accettazione di sè, e – perché no? – anche sulla celebrazione della vita. Qualunque religione o setta utilizzi il meccanismo circolare e perverso di creare le condizioni per far sentire l’essere umano colpevole fin dalla nascita, erede del peccato originale o di peccati commessi in vite precedenti, per poi offrirgli perdono ed espiazione, è altro da noi.
La ricerca spirituale a cui vogliamo riferirci è quella che ci fa riconoscere le nostre proiezioni e i nostri giudizi, e che ci fa crescere attraverso tale riconoscimento, tremanti e felici per la mancanza di certezze. Non fanno parte di questa ricerca l’assunzione di modelli di comportamento “giusti” e “puri”, le certezze della fede, delle vie tracciate, grandi come autostrade. La via della ricerca è più tortuosa, impervia, sterrata, con poche segnalazioni, un terreno accidentato. La via delle religioni e delle sette è come un’autostrada dove sembra impossibile poter sbagliare tante sono le indicazioni e i divieti. La chiamano la Via Maestra, questa autostrada della fede. Non è per noi. Noi preferiamo il sentiero nei boschi, senza perdere di vista quella via nel cielo rischiarata dalla luna, la via delle nuvole bianche, che può suggerire, indicare, ricordare, testimoniare ma mai imporre alcunché.