Reti 5G e Salute
Il 13 settembre 170 gli scienziati indipendenti europei hanno presentato un appello alle istituzioni della UE per bloccare lo sviluppo della tecnologia 5G in attesa che si accertino i rischi per la salute per i cittadini europei.
Per 5 G si intende una rete di quinta generazione che arriverà ufficialmente nel 2020 e permetterà a milioni di dispositivi in tutto il mondo di collegarsi ad alta velocità e bassa latenza in un’unica rete, permettendo la realizzazione di progetti futuristici come l’estensione di Internet al mondo degli oggetti e dei luoghi concreti.
La tecnologia 5G è efficace solo per brevi distanze e viene trasmessa scarsamente attraverso ostacoli solidi, quindi il numero di antenne crescerà esponenzialmente (1 ogni 10-12 case nelle aree urbane), aumentando così in modo massiccio l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici.
Nessuno potrà evitare di essere esposto perché, a fronte dell’aumento di trasmettitori della tecnologia 5G (all’interno di abitazioni, negozi e negli ospedali) ci saranno, secondo le stime, “da 10 a 20 miliardi di connessioni” (frigoriferi, lavatrici, telecamere di sorveglianza, autovetture e autobus autoguidati, ecc.) che faranno parte del cosiddetto “Internet delle Cose”.
Gli effetti nocivi dell’esposizione alla radiofrequenza sono già stati dimostrati.
Già prima dell’annunciata diffusione della tecnologia 5G, oltre 220 scienziati provenienti da oltre 40 paesi avevano espresso la loro “seria preoccupazione” per quanto riguarda l’ esposizione ubiquitaria e crescente a campi elettromagnetici generati dai dispositivi elettronici e senza fili. Gli effetti biologici dei campi elettromagnetici includono l’aumento del rischio di cancro, dello stress cellulare, l’aumento dei radicali liberi dannosi, di danni genetici, di cambiamenti strutturali e funzionali del sistema riproduttivo, di deficit dell’apprendimento e della memoria, di disturbi neurologici e di un impatto negativo sul benessere generale degli esseri umani.
Le Linee Guida del 2016 dell’Accademia Europea di Medicina Ambientale (EUROPAEM) sui Campi Elettromagnetici affermano che “esiste una forte evidenza che l’esposizione a lungo termine a determinati campi elettromagnetici rappresenta un fattore di rischio per malattie quali alcuni tumori, malattia di Alzheimer e infertilità maschile… I comuni sintomi della elettrosensibilità, ovvero della ipersensibilità ai campi elettromagnetici, comprendono mal di testa, difficoltà di concentrazione, problemi di sonno, depressione, mancanza di energia, stanchezza e sintomi simili all’influenza.