Attraversare la crisi con creatività
Di fronte alla crisi sistemica (economica, etica, culturale, di modello di sviluppo) che attanaglia i cittadini ci sono due comportamenti possibili. Il più diffuso è quello che ci vede andare in depressione, apatia, autocommiserazione, rabbia nei confronti dell’altro inteso come politici, banchieri e in generale i potenti, ma anche l’altro inteso come possibile competitor di chi potrebbe portarci via quel poco che abbiamo nella nostra disponibilità. Questa modalità di interagire con la crisi porta ad un avvitamento su se stessi, nel proprio micromondo, in difesa del poco che resta, vissuto come l’ultima spiaggia.
Noi come rivista lo verifichiamo con quegli operatori, associazioni, piccole imprese del naturale, piccoli editori che a fronte del calo del fatturato o comunque delle entrate cercano di contenere ogni genere di costi arrivando a mettere in piedi attività senza poi investire quasi nulla per farle conoscere. Il rischio grosso di un comportamento simile è quello di una progressiva, magari lenta ma ineluttabile, chiusura delle attività produttive o un consumo inevitabile delle riserve e degli accantonamenti per chi era riuscito a realizzarli in anni più fortunati.
Nel Paese questo porta ad una generale contrazione di tutto: spesa, lavoro, investimenti…ma porta anche ad una contrazione della vita in se di cui la depressione è solo una importante componente.
Quello che accade a tanti è anche un impoverimento del mondo relazionale, della qualità del quotidiano nella speranza un po’ rabbiosa che in futuro qualcosa cambi, tipo che i potenti diventino più buoni, che qualche politico, anche lui un po’ rabbioso, risolva i problemi del fuori…
Chi legge credo conosca già questi risvolti e non vale quindi la pena di soffermarsi più di tanto. Quello che invece mi preme di mettere a fuoco riguarda l’altro comportamento possibile, quello che abbiamo anche cercato noi di Re Nudo di mettere in atto. Si tratta di osservare la crisi, i suoi effetti sul nostro lavoro e sul nostro stato psichico e poi direzionare tutta l’energia per mettere in campo, con tutto il nostro essere mente e cuore, la nostra creatività, la nostra capacità di produrre idee, contatti, variabili.
Agire in modo creativo può voler dire riprendere contatti un po’ dispersi, sfilacciati, che potrebbero rigenerarsi e generare nuovi progetti. Può voler dire cogliere occasioni anche per cambiare la propria routine, indirizzarsi in campi nuovi, magari limitrofi al proprio settore consolidato, può voler dire vedere gli altri che lavorano nel proprio raggio d’azione non come competitor che possono sottrarti qualcosa, ma come qualcuno con cui poter cooperare in qualcosa scambiando cose, idee, servizi.
Ecco quello dello scambio è forse l’aspetto centrale di questa attitudine creativa.
In un momento storico in cui è difficile vendere per via della crisi, può essere più facile scambiare, dare qualcosa in cambio di qualcos’altro. Il baratto rivisitato in termini creativi. Avete prodotti magari fermi in magazzino, avete indirizzi che custodite gelosamente nel vostro computer, avete progetti che avete timore di condividere perché qualcuno ve li può rubare… conoscete delle persone che lavorano nel vostro campo o connesse al vostro lavoro con cui potreste cooperare ma per pigrizia avete sempre posposto…Se la risposta è si, in realtà avete una ricchezza inespressa, congelata, che con spirito aperto, creativo, dinamico, potete mettere in circolazione in cambio di cose che altri fanno o hanno.
Con Re Nudo per portare un esempio in prima persona, abbiamo costituito un’ associazione di promozione sociale perché l’acuirsi della crisi ci ha fatto riflettere su quanto fosse assurdo tenere in piedi una società d’impresa che non producesse utili ma solo debiti dovendo poi teoricamente pagare tasse obbligate su profitti inesistenti.
Abbiamo compreso profondamente come la nostra realtà non fosse imprenditoriale ma culturale tout court e quindi quanto fosse fuorviante, costoso e dispersivo, oltre che assurdo, agire con una struttura concepita in termini giuridici per il lucro sapendo bene che la nostra attività non avrebbe mai potuto davvero generare profitti economici, ma al massimo quanto basta per un mantenimento di gestione.
Così è nata, come sapete, l’associazione Re Nudo a cui contiamo che sempre più lettori si vogliano associare e concependo l’associazione, invece di pensare solo alla rivista, abbiamo allargato il campo delle iniziative come ad esempio quella con Piero Verni e i tibetani per far conoscere in giro per l’Italia una bellissima mostra fotografica dedicata al Tibet che in autunno presenteremo a Siena con la collaborazione dell’associazione proTibet di Riccardo Zerbetto e a gennaio a Pisa nell’ambito dell’evento Tra Sogno, magia e mistero, oppure di promuovere incontri per far conoscere le piante sacre del territorio italiano collaborando col nostro associato Gullino per far conoscere le mille proprietà della canapa, della stevia, della perilla, dell’ortica, piante del nostro territorio.
Abbiamo proposto e stiamo continuando a proporre alle associazioni olistiche di far circolare la nostra newsletter tra i loro soci a fronte di un impegno nostro a far conoscere le attività delle associazioni ( ecco lo scambio…) a costo zero
Ottimizziamo la nostra presenza nelle fiere, nei Convegni, nei festival per far circolare cataloghi degli editori o delle imprese del naturale in sintonia con gli obbiettivi olistici della nostra associazione. Re Nudo ha come compito prioritario far conoscere il mondo olistico, equosolidale, del naturale.
Si, è la crisi ci ha stimolato a comprendere quanto fossero e siano molteplici le possibilità di far circolare idee, prodotti, comunicazione anche al di fuori della rivista. Così il vestito che ci siamo dati di associazione di promozione sociale da una parte risponde più propriamente agli intenti che ci animano e dall’altra ci ha stimolato ad ampliare il campo delle iniziative, dal territorio al web, per far conoscere il mondo olistico anche all’esterno oltre che per facilitare i contatti all’interno del mondo olistico.
La crisi per noi è diventata occasione di cambiamento, di chiarezza, di ampliamento degli orizzonti. Abbiamo chiuso la società e aperto un’associazione. Questo ha anche significato che Re Nudo non è più responsabilità di uno ma è responsabilità di tanti come sono e saranno sempre più i soci dell’associazione che potranno portare nuove proposte, progetti, idee e decidere in merito insieme agli altri.
Questo vuol dire avere risolto i problemi? No di certo, ma significa aver individuato delle premesse importanti, essersi messi in un cammino più coerente con più possibilità di mantenere vivo lo spirito di Renudo e le possibilità di continuare a svolgere la propria funzione. Siamo un mondo, o meglio ancora, siamo un universo fatto di una miriade di piccoli mondi.
Questo è il noi della visione olistica, siamo milioni di produttori di una cultura a volte veramente splendida, portatrice di valori sani in un mondo malato, ma ci viviamo troppo spesso come isolati, gelosi uno dell’altro, soli ad affrontare i problemi del mondo. E la crisi per troppi ha acuito questo stato d’animo infelice e perdente.
Tornando alla rivista come esempio di un modo creativo di affrontare e attraversare la crisi: abbiamo diminuito di due euro il prezzo di copertina mantenendo le cento pagine, da tanto tempo abbiamo diminuito i prezzi della pubblicità, aumentato il numero di chi fa pubblicità e di certo non è aumentato l’introito ma abbiamo messo in campo il web che prima era marginale e ora è in costante crescita.
Abbiamo una newsletter quindicinale che sempre di più diventa anche veicolo di notizie (chi non è ancora iscritto vada sul nostro sito: www.renudo.it. La registrazione è gratuita) sempre di più sarà canale di comunicazione di fatti e informazioni utili. Abbiamo messo in atto un progressivo scambio collaborativo con decine e decine di associazioni che consente di avere ogni giorno nuove iscrizioni.
Un lento ma costante aumento che ci consentirà in un anno ancora di raggiungere almeno diecimila nuovi contatti. Anche questa iniziativa è nata si in meditazione ma stimolata dalla crisi che imponeva il mettere in campo nuove risorse energetiche. Un lettore tempo fa pur riconoscendo l’unicità e il valore della rivista mi chiedeva come mai con tutta la pubblicità che abbiamo non riusciamo ancora a pareggiare i conti. Perché i prezzi della pubblicità rispetto dieci anni fa ad esempio si sono dimezzati. Però è vero che abbiamo concentrato le energie nella ricerca della pubblicità nei settori strettamente connessi a quello che ci interessa comunicare.
Rarissimamente potrete trovare una pubblicità non in sintonia con i contenuti di Re Nudo. Nel 99% dei casi la pubblicità è semplicemente il risvolto commerciale evidenziato di un prodotto editoriale o del mondo naturale che noi sappiamo interessare al lettore perché interessa in primis a noi stessi. Non c’è quindi traccia di una pubblicità vissuta come estranea ai contenuti, alla visione di Re Nudo. Nel 99% dei casi chi fa pubblicità è partner culturale della rivista, spesso è sostenitore dell’associazione o comunque dei contenuti della rivista che sono in sinergia con i prodotti pubblicizzati. C’è quindi una osmosi dei contenuti e della pubblicità che la rende gradita salvo a chi proprio ne fa questione di principio, ideologica di chi vorrebbe il giornale a prezzo di costo e senza inserzioni.
Ho preso spunto dalla nostra esperienza per cercare di rappresentare un modo creativo e vincente per attraversare la crisi, innanzitutto perché da sempre Re Nudo sceglie in primo luogo di dare voce alle esperienze e poi proprio perché in questo modo penso che possa servire al lettore per poter trarre degli spunti forse utili per la propria realtà.
PRIMAVERA 2014